2011-04-25

•٠•●♥ Pasquetta in....Umbria ♥●•٠•

Oggi con la mia famiglia e i miei due cagnolini abbiamo deciso di trascorrere un lunedì di Pasquetta diverso dal solito..Stamattina sveglia presto per partire alla volta di Orvieto e Città della Pieve.
Il viaggio non è stato lunghissimo e i miei due cagnolini  sono stati buonissimi in macchina, più di quanto mi aspettassi!!!
Abbiamo visitato per prima Orvieto..c’ero stata qualche anno fa e mi ricordavo bene, è una città veramente deliziosa
Questo è lo stemma della città :
 
In base ad un decreto del 1928, lo stemma del Comune di Orvieto è costituito da uno scudo ripartito in quattro sormontato da una corona. Nelle quattro ripartizioni sono rappresentati quattro simboli:

la Croce : La croce rossa in campo bianco simboleggia la fedeltà del Comune alla fazione dei Guelfi e fu riconosciuto al Comune di Orvieto dal papa Adriano IV nel 1157. 
l'Aquila :  L'aquila nera con una corona d'oro in campo rosso fa riferimento alla dominazione dei Romani. Il lambello d'oro con cinque pendenti fu posto al collo dell'aquila quando Carlo d'Angiò concesse ad Orvieto il titolo di “città”, dopo essere stato incoronato nella cattedrale di Orvieto re del Regno di Sicilia da parte del papa Clemente IV. Il lambello richiama quello rosso della casa d'Angiò.
il Leone :  Il leone in campo rosso tiene una spada d'argento con la zampa destra e le chiavi di San Pietro con la sinistra. Esso richiama il leone fiorentino, a ricordo della storica alleanza fra le due città. Le chiavi, con il motto fortis et fidelis, sono una concessione del papa Adriano IV come riconoscimento della lunga fedeltà di Orvieto al papato.
l'Oca : L'oca, con una zampa sollevata sopra un sasso, rimanda alle leggendarie oche del Campidoglio che, con il loro schiamazzo, salvarono Roma dall'attacco dei nemici
Un altro simbolo di Orvieto è il duomo in stile gotico italiano.  La facciata è decorata da una grande serie di bassorilievi e sculture realizzati dall'architetto senese Lorenzo Maitani.
E’ una città ricca di storia ed è stato bello perdersi tra i suoi piccoli vicoli e le botteghe artigiane.
Questo è quello che si vede dalla rupe di tufo vulcanico (eh si ho scoperto che questa rupe è stata formata per azione eruttiva di diversi vulcani) alta 325 mt dove è insediata la città.
Con gli ombrelli  alla mano (eh si la pioggia  non ci ha abbandonato praticamente mai!!) abbiamo ripreso la macchina per raggiungere questa volta Città della Pieve.
Siamo arrivati in circa mezz’ora percorrendo stradine di campagna e tornanti a non finire .
Dopo aver mangiato un panino e sempre con l’ombrello in mano abbiamo iniziato a passeggiare in questa piccola città rinascimentale.
Questa cittadina oltre per la sua bellezza architettonica è diventata famosa anche perchè è stata il set della serie televisiva Carabinieri. Ho fotografato proprio il bar che compariva sempre nella fiction
Siamo stati anche fortunati perché c’era anche un mercatino dell’artigianato e dei prodotti locali e non solo..così siamo tornati a casa con un po’ di salciccette di cinghiale e dei cantucci abbruzzesi ai mirtilli rossi :
Questi biscottini oltre ad essere buoni ed avere un profumo celestiale fanno anche bene Infatti i mirtilli rossi hanno tantissime proprietà curative  
Questi piccoli frutti del sottobosco contengono, nelle loro bacche, l’ arbutina (Glucoside idrochinonicoche ha proprietà antisettiche e diuretiche utili soprattutto in tutte le infezioni delle vie urinarie.
Questa sostanza, infatti, metabolizzata ed eliminata dai reni, libera idrochinone, sostanza che svolge una spiccata azione disinfettante e astringente.
Beh è stata un lunedì di Pasquetta veramente piacevole 
Notte notte   

2011-04-24

•٠•●♥ Happy Easter ♥●•٠•

Tanti tantissimi auguri di Buona Pasqua 
Auguro a tutte le persone che mi vogliono bene e a cui voglio bene un giorno sereno e pieno zeppo di cioccolata  
Quest’anno sono stata super fortunata :
Nel mio bottino pasquale c’era :
borsa bellissima regalatami dalla mia amichetta Giò (anche Kiku_chan ha apprezzato moltissimo e ti ringrazia)
coniglietto della lind da mio papà
uovo di hello kitty dalla mia mamma
pulcino di cioccolato sempre dalla mia amichetta Giò (è bellissimo ed ha un profumo eccezionale, mi dispiace quasi mangiarlo)
i miei adorati pulcini gialli; ogni anno ne compro sempre un po’…questa volta poi ne ho trovati di piccolissimi , super kawaiiiii
Adesso mi aspetta un abbondante pranzo dai miei adorati nonnini .
Ancora auguri a tutti

2011-04-08

•٠•●♥ E' primavera !!! ♥●•٠•

Finalmente è arrivata la primavera, la mia stagione preferita  I fiori che sbocciano, la vita che rinasce e il sole caldo che ti coccola…quest’anno però ho voluto festeggiare la nuova stagione passando un po’ di tempo circondata dai bellissimi ciliegi in fiore  Beh da giappofila non potevo fare altrimenti  In Giappone, infatti, in questo periodo si festeggia lo Hanami (花見 - hiragana= はなみ let. "l'osservazione dei fiori") ovvero il “rito” tradizionale giapponese legato al piacere di osservare la bellezza degli alberi in fiore. 
L’inizio dello hanami è stimato dalla fine di marzo all’inizio di maggio. Per i giapponesi questo avvenimento è molto importante, quasi sacro, tanto che la data precisa della fioritura dei ciliegi è calcolata nei minimi dettagli. Ogni anno l’Agenzia Meteorologica Giapponese (気象庁 hiragana= きしょうちょう - let. "Kishōchō") studia il clima e la nascita dei primi boccioli dei fiori così da determinare la data esatta della fioritura. 
 I primi ciliegi giapponesi a fiorire sono quelli delle isole subtropicali di Okinawa, mentre quelli delle isole dell’Hokkaido, poste più a nord, fioriscono molto più tardi.Tali previsioni vengono seguite con molta attenzione per programmare lo hanami, tenendo conto che la fioritura dura una o massimo due settimane 
Nel Giappone moderno lo hanami consiste in gite fuoriporta o più frequentemente in piccoli party/picnic nei prati o dove vi è la maggior concentrazione di alberi in fiore, seduti sui classici teli blu. I festeggiamenti continuano anche durante la notte, dove lo hanami cambia nome in yozakura (夜ノ桜 hiragana= よざくらlet.” La notte del ciliegio”). In molti posti come nel Ueno Park si accendono per tutta la ricorrenza le tradizionali chōchin (提灯 hiragana= ちょうちん), le lanterne in carta. 
È inoltre importante dire che i giapponesi non usano soltanto la parola “hanami" ma anche “ohanami” (お花見), aggiungento “o”, che letteralmente prende il significato di "osservare la fioritura dei fiori".
      
La pratica dello hanami vanta molti secoli di tradizione. Non esiste una data ben precisa, masi stima che ebbe inizio durante il Periodo Nara (710-784) quando il Giappone subì diverse influenze dalla Dinastia Cinese Tang; nell’ambito naturalistico è stato “importato” lo studio della natura, dove il fattore principale era l’osservazione delle sue trasformazioni ed il saper cogliere la sua bellezza, come la fioritura. Benché all’inizio venivano apprezzati di più i fiori di prugno, durante il Periodo di Heian i fiori di ciliegio iniziarono ad attrarre più attenzione. 
Il termine hanami in primo luogo è stato usato nella novella Genji Monogatari (源氏物語 hiragana= げんじものがたり –  let. “La storia di Genji”) di Murasaki Shekibu (scritta nel periodo delle novelle Heian) come termine analogo all’osservazione dei fiori di ciliegio. 
Si iniziò anche a diffondere la credenza di Dei che vivevano all’interno di piante e di fiori, questo pose il ciliegio tra le piante più importanti per la devozione a questi Dei. Tale devozione fu talmente incisiva da influenzare la semina del riso e la raccolta nei campi.
Il primo luogo dove si iniziò a praticare questo credo fu la Corte Imperiale di Kyoto, nell’era dell’Impero Saga nel periodo di Heian. 
Per venerare tali Dei si adottò sempre più frequentemente la pratica dell’osservazione dei fiori, dando così vita ai primi “party” e ritrovi all’aperto. In un secondo momento anche la poesia subì l'influenza di questa pratica, i poeti iniziarono ad elogiare la fragilità dei fiori, posti come metafora della vita, “luminosi, belli anche se di breve vita effimera”. 
La pratica dello hanami originalmente era stata limitata all’elite della corte imperiale, ma presto si sparse alla società dei samurai, e solo nel Periodo Edo alla gente comune. In seguito Tokugawa Yoshimune, pronipote di Tokugawa Ieyasu(l’ottavo shogun dello Shogunato Tokugawa) per diffondere al popolo il credo religiosofece piantare nella città delle intere aree di sakura sotto ai quali la gente iniziò a recarvisi con i bento prendendo l’abitudine di mangiare e festeggiare sotto i fiori appena sbocciati, come si può ben immaginare questa consuetudine annuale venne considerata sempre più come una festa, tendendo a dimenticare così la vera ragione dello hanami. 
Oggi, i giapponesi continuano la tradizione, riunendosi in grande numero ovunque vi siano degli alberi in fiore. Ogni anno migliaia di persone riempiono i parchi per festeggiare sotto gli alberi fiorenti, spingendosi a festeggiare spesso fino a tarda notte. In più di metà Giappone il periodo coincide con l’inizio dell’anno scolastico (in Giappone diversamente dall’Italia inizia proprio in questo periodo) e dell’anno fiscaleLa gente giapponese continua la tradizione dello hanami partecipando alle camminate nei parchi, con lo scopo di rilassarsi, dedicandosi così alla contemplazione di se stessi ed al rinnovamento del proprio spirito.
 Una nota curiosa, durante questo periodo i giapponesi mangiano i Hanami dango (Dango è una sorta di gnocco giapponese ricavato dal mochiko o farina di riso).
                               RICETTA HANAMI DANGO 
 ½ tazza di farina di riso non glutinoso
 ½ tazza mochiko
 ½ tazza di amido di mais
 1 tazza di zucchero
 1 tazza di acqua
 ½ cucchiaio yomogi o matcha *
 colorante alimentare rosso
 1 cucchiaino estratto di vaniglia (facoltativo)
 
 In una terrina mischiare farina di riso, mochiko, amido di mais e lo zucchero con una forchetta. Aggiungere 1 tazza di acqua e amalgamare bene. Dividere in 3 parti pastella ¾ tazza.
In una casseruola media posta su una fiamma dolce aggiungere un terzo della pastella, mescolando continuamente fino a quando l'impasto si stacca dalle pareti della pentola per formare una massa solida. Questo sarà utilizzato per il dango bianco. 
ripetere l’operazione per entrambe le porzioni rimaste
Per rendere il dango verde, aggiungere il yomogi o il matcha
Per rendere il dango rosa, aggiungere il colorante alimentare e di estratto di vaniglia
Dopo aver fatto raffreddare l'impasto, impastare ogni parte separatamente con mani pulite. Arrotolare poi ogni parte a formare 10 palline da un pollice ed infilzatele su spiedini nell'ordine : verde - bianco - rosa
 Cuocere gli spiedini al vapore in una vaporiera o in una pentola a pressione.
* Mochiko, yomogi e matcha sono disponibili presso i mercati asiatici. Yomogi, noto anche come artemisia, è un'erba amara associato alla primavera in Giappone; questo ingrediente può essere sostituito con il Matcha, o polvere di tè verde.
Beh tornando in Italia io sono andata ad osservare questo spettacolo rosa confetto con le mie due amichette Giò e Cri ed è stata veramente un’emozione.
Questi alberi stupendi si trovano all’orto botanico.
Abbiamo approfittato della splendida giornata per passeggiare in questa oasi verde al centro di Roma…non sono mancati poi neanche piacevoli incontri : 
Il pomeriggio è letteralmente volato via…beh quando si è insieme alle persone giuste Grazie amiche mie 
PS : tornata a casa mi aspettava un pacchetto con dentro questa meraviglia
Una Unazukin con i fiori di ciliegio ...che dire...una conclusione degna di questa bellissima giornata